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La lingua Romena
Il romeno appartiene al gruppo neolatino o romanzo delle lingue indoeuropee;
ha quattro grandi principali dialetti: il dacoromeno (dacoroman) parlato nel
territorio romeno e in una parte del Banato appartenente alla Jugoslavia si
suddivide in parecchie varietà dialettali e il dialetto della Valacchia
è alla base della lingua letteraria; il macedoromeno o aromeno (aroman)
parlato dagli aromeni (Aromeni o Cutsovalacchi o zingari) sparsi in vari Stati
della Penisola Balcanica, ma in particolare in Grecia (Tessaglia ed Epiro) il
meglenoromeno o meglenitico (meglenroman) parlato da qualche migliaio di uomini
in una zona della provincia di Salonicco; l'istroromeno (istroroman) parlato
nelle ex colonie romene dell' Istria nella zona vicina al Monte Maggiore.
La lingua letteraria romena si è formata lentamente; fino a quasi il
secolo XIX i testi letterari hanno una spiccata fisionomia dialettale poi si
accentua la tendenza latineggiante della Scuola Storica Transilvana all'eliminazione
delle parole straniere.I contatti del popolo romeno con Roma in realtà
non sono mai cessati, ma tra la fine del secolo XVIII e l'inizio del secolo
XIX in Transilvania un certo numero di romeni entrano a far parte della Chiesa
Cattolica, riconoscendo come greci uniti, pur mantenendo il rito bizantino l'autorità
del Papa. Nasce quindi la Scuola Storica Transilvana, che dimostra l'origine
neolatina della Lingua romena. I maggiori esponenti di questa scuola sono Petru
Maior (1754-1821), a cui è dedicato un prestigioso concorso sulla storia
dei popoli romeni indetti dalla Associazione di Cooperazione culturale Italia-Moldavia,
Gheorghe Sincai (1754-1816) e Samuil Micu (1745-1806).
Caratteristiche del romeno, che essendo una lingua latina è facilmente
comprensibile per un italiano, sono l'uso dell'articolo posposto e la presenza
di diverse parole di origine slava.