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Breve storia della Basaria

La Basarabia è la parte orientale della Moldova una delle tre regioni storiche della Romania assieme alla Transilvania e alla Valacchia. Il principato di Valacchia, fondato dal principe Besarab (1), viene chiamato nei primi tempi Basarabia e i romeni vengono chiamati dai polacchi Basarabi. Il principato valacco dei principi di Arges (2) si estende fino alle foci del Danubio soprattutto alla riva sinistra; il nome di Basarabia indica non più tutto lo Stato, bensì solo quella parte che ne costituisce il nucleo originario. La denominazione viene mantenuta anche dopo che i tartari della Crimea sono trasferiti dai turchi sulle rive danubiane.La Basarabia valacca ha per centro la città di Chilia, chiamata dai genovesi, per lungo tempo suoi dominatori, Licostomo, non appartiene invece alla Basarabia Moncastro (la Cetatea Alba dei romeni)
all'imboccatura del Danubio dove Genova ha dal 1400 il suo Console e i suoi massari (3).
La sovranità del principato valacco si estende al di là del Danubio, nonostante la presenza dei turchi sulla sponda destra del Nistro e malgrado qualche stanziamento russo. Partendo dal nucleo carpatico di Baia si è formato,
all'altezza delle frontiera transilvana un nuovo principato : la Moldova. Andando avanti verso il fiume Siret e il Prut prima della fine del secolo decimoquarto il principato estende i suoi confini fino al Nistro, cacciando i tartari e guadagnando i passi di questo fiume, fondamentali per la sua economia.
Il principe Alexandru cel Bun (Alessandro il buono 1400-1432) (4) entra in Cetatea Alba occupando finalmente questa posizione strategica dei tartari; i genovesi conservano solo alcuni privilegi economici. L'episcopia ortodossa di questa città e trasportata a Suceava (5), capitale della Valacchia. L'etnia romena, che già si trova nella regione, come testimoniano i toponimi più antichi, è rinforzata da nuove colonizzazioni nella" parte deserta" verso il Danubio; e gli aristocratici più importanti ottengono dai principi notevoli estensioni di terre, particolarmente favorevoli all'allevamento del bestiame. E'in un primo tempo teatro della resistenza dei popoli romeni ai turchi, in seguito occupata dai russi nel 1812, nonostante lo scontento espresso dai romeni di cui si fa portavoce Mihai Eminescu (6), e comincia un lungo processo di snazionalizzazione e di persecuzione del popolo romeno (7). l'annessione alla Russia rientra nei piani di Alessandro I che intende annettere la Moldova e la Valacchia, ma i preparativi di Napoleone per la campagna di Russia lo inducono, nonostante una grande vittoria riportata sul turco, a ridurre le sue pretese alla Basarabia. La conquista russa viene ratificata con la pace di Bucuresti del 28 maggio 1812.
La Russia considera la provincia moldava come un territorio nazionale distinto e non come un semplice gubernja (8). Si conserva, visto la comune fede ortodossa, un prelato romeno, l'Arcivescovo Gabriele Banulescu Bodoni a cui il Governo nazionalista del 1991 ha intitolato una via nel centro di Chisinau, il romeno rimane la lingua nei tribunali, in romeno si redigono i proclami al popolo; il diritto romeno è utilizzato nei processi, i contadini continuano a chiamarsi moldavi e romeni e le famiglie nobili sono ancora in strette relazioni con l'antica Patria. I successori di Alessandro I hanno assunto un atteggiamento diverso poco rispettoso nei confronti delle tradizioni romene, considerando la Basarabia una semplice provincia. I governatori sono solo russi e si arriva ad installare sul seggio arcivescovile un ex colonnello dei cosacchi (nonostante ancora negli anni intorno al 1870 il bollettino della chiesa si pubblica in romeno).
L'aristocrazia e gli intellettuali si russificano sempre più e per un lungo periodo vive in Basarabia il noto romanziere Puskin. La lingua russa è introdotta obbligatoriamente nelle scuole, mentre nei villaggi il rito viene celebrato in lingua romena. I libri romeni continuano a penetrare e molti studenti basarabi studiano a Iasi (9), nella Moldova romena, e tornando a casa danno vita a numerose formazioni nazionaliste (10). Durante l'agitazione del pope Gapon a San Pietroburgo e le rivolte delle Dume anche i romeni di oltrePrut (11) si scuotono e appaiono, sebbene sono scritte in cirillico,le prime pubblicazioni periodiche di sentimento nazionale, mentre la chiesa ortodossa stampa libri religiosi rivolti al popolo e ottiene un notevole successo Padre Innocenzo che predica nella lingua romena. Queste testimonianze del patriottismo romeno sono immediatamente represse dal potere zarista, però qualche cosa rimane alimentando le speranze del popolo sottomesso. Una testimonianza del clima della Basarabia prima della" grande guerra" ci è data da Stefan Ciobanu (12).
Lo storico romeno narra che nel 1912 a Chisinau appare una rivista" Flacula Tarii" (La fiaccola della Patria) che non è messa in vendita a causa della confisca operata dall'autorità. Molto interessante è l'articolo" I cento anni" che è proprio la causa del sequestro della rivista. L'autore scrive :" Tutto è negativo. I moldavi sono rimasti senza libri. Non hanno giornali. I preti, i dottori, gli avvocati, gli insegnanti e i proprietari terrieri tutti costoro si sono dimenticati dei moldavi. La nostra Patria è in piena crisi da cento anni. Il centenario della annessione è stato festeggiato dagli" aristocratici" che hanno ottenuto una medaglia dallo Zar, dai tedeschi, dai turchi, dagli ebrei e da altre nazionalità, le quali non hanno alcun legame con la Basarabia. I romeni di oltre Prut sono trascurati e perseguitati e hanno protestato con la Russia perché nelle scuole la lingua romena era tralasciata. Noi soffriamo perché siamo dimenticati e seguiamo le tribù selvagge. I romeni dell'altra sponda del Prut (in Romania) si sono stretti in preghiera per i 14.000 moldavi di Basarabia che sono caduti in Manciuria combattendo contro i giapponesi. Hanno messo le bandiere a mezz'asta (in segno di lutto) allargando così la conoscenza tra i moldavi di entrambe i paesi."
Analizziamo la struttura geografica e la situazione economica della Basarabia sotto la dominazione zarista. L'insediamento prevalente è quello rurale, al pari della Moldova occidentale, la scena muta appena si entra nella regione collinare, o dei codri (13), nonostante che qui i boschi di querce abbiano ceduto quasi ovunque il posto alle colture. Sui pendii assolati il frutteto si alterna con la vigna, sui ripiani i campi d'orzo e di grano e di avena agli alti filari del girasole, lungo i corsi d'acqua il mais ai prati naturali e alle canneggiole. I villaggi, quasi tutti integralmente romeni, si dispongono di preferenza, non lungo i corsi d'acqua maggiori, bensì sui pendii delle valli laterali, dove si trovano sorgenti in mezzo al verde degli alberi. Quando si procede verso mezzogiorno, questi si fanno sempre più radi sino a scomparire completamente. Le altezze si deprimono e i solchi fluviali si disegnano via via meno netti nella grigia uniformità del piano. Tornano a prevalere le condizioni proprie dell'ambiente steppico, ma la steppa, che continua qui, dilatandolo su più ampia superficie, - il così detto Bugeac - il paesaggio del Baragan valacco (14), non si conserva ormai più che in piccoli lembi. Ancora un secolo fa un soffice tappeto di alte erbe ricopriva tutta la pianura e i tartari vi conducevano al pascolo immense mandrie di cavalli. La colonizzazione agricola, iniziatasi nei primi anni del secolo decimonono, ha mutato radicalmente l'aspetto del paese mettendo in valore la naturale vocazione delle fertilissime" terre nere" e la riforma agraria, seppure parziale, promossa dal primo ministro romeno Averescu nel 1920 prevede l'esproprio del latifondo e la distribuzione delle terre ai contadini favorendo l'insediamento permanente. L'alta densità della popolazione e la vocazione rurale della Basarabia sono due caratteristiche della Regione, stimolate dalla riforma Averescu che la caratterizzano tuttora. Infatti attualmente, secondo i dati del censimento del 1997, circa il quaranta per cento della popolazione si dedica all'agricoltura (15) e la densità e di 130 abitanti per Km ovvero una delle più alte in Europa anche se siamo in presenza di una notevole diminuzione della popolazione, pur se non registrata dalle statistiche ufficiali, a causa della emigrazione clandestina in occidente che ha assunto proporzioni disastrose.
Una nota originale del paesaggio basarabico mettono le due maggiori valli del Prut e del Nistro che ricordano per il rigoglio della vegetazione arborea e l'abbondanza delle acque il pedemonte carpatico ma, sotto Tighina (16), si trasformano, durante il periodo delle piene in acquitrini e paludi, perciò gli insediamenti si tengono lontano dai fondi-valle,cui preferiscono i punti più elevati sui margini laterali specie dove è possibile comandare un paesaggio lungo vie di comunicazione.
Quando la Basarabia è annessa alla Russia, la sua popolazione, formata in grande maggioranza da romeni non doveva con ogni probabilità superare i quattrocentomila abitanti saliti a 1.900.000 nel primo censimento del 1897. Il notevole aumento è dovuto alla immigrazione favorita dal governo zarista sia per popolare le steppe meridionali e farvi sparire il nomadismo, sia per russificare i nuclei urbani, e sia soprattutto per controbilanciare la preponderanza numerica romena. Il primo scopo è raggiunto trasferendo nel Bugeac masse compatte dei tedeschi, di bulgari e di sudditi russi (lipovani, cosacchi), cui furono concessi speciali privilegi, gli altri due favorendo la diffusione di elementi slavi (Grandi russi,ucraini, ruteni), che però furono ben presto soverchiati dal continuo afflusso degli israeliti. Questi occupano, una situazione predominante nella Regione, di cui controllano quasi completamente il commercio, l'industria e le banche. Per il loro numero, non inferiore a trecentomila prima della seconda guerra mondiale, gli ebrei vengono immediatamente dopo gli ucraini e i ruteni, dei quali i primi sono concentrati per lo più nel Bugeac, i secondi nei distretti settentrionali di Hotin, Soroca e Balti. Tanto gli uni che gli altri sono in prevalenza contadini e vivono in condizione di miseria ed ignoranza. Diversa è la situazione economica e culturale dei bulgari e dei tedeschi stabiliti nelle steppe meridionali tra lo Ialpuh (Ialpug) e il Cohalnic (Cogalnic). I bulgari occupano la parte occidentale di questo territorio e i tedeschi quella orientale. Il paesaggio rivela una attività più operosa e prospera. Si stabiliscono in questo settore assieme ai bulgari 75-80 mila Gagauzi (17),popolazione forse di ceppo turanico in parte assimilata dai bulgari, ma che parla per lo più turco e professa la religione ortodossa.
A completare il mosaico etnico della Basarabia intervengono infine, oltre i russi di cui si è detto, per la maggior parte stabiliti nella Basarabia meridionale (i cosacchi si trovano intorno a Cetatea Alba), un buon numero di Tatari e di Turchi (specie a Nord della foce del Danubio) discendenti di quelli insediatisi durante l'occupazione ottomana della Moldova, colonia armene e greche
(Chila, Ismail) e perfino un migliaio di svizzeri valdesi, che sulle dune di Saba, lungo il limau del Nistro, hanno dato vita a una florida industria enologica. Nonostante tutto i romeni raccolti nelle province settentrionali e centrali, rappresentano da soli oltre i due terzi della popolazione.
Se questa regione rappresenta per la Russia una provvidenziale riserva di prodotti alimentari - grano, vini e frutta - destinati a rifornire i vicini mercati di Kiev, Mosca, Pietroburgo e Varsavia, la Romania Mare (18), con la riforma agraria, accentua e intensifica lo sfruttamento e la colonizzazione del Bugeac e il carattere prevalentemente agricolo della economia della Basarabia. Lo stesso allevamento, con la decisa prevalenza del bestiame brado e la scarsa entità dei prodotti disponibili per l'esportazione od il trattamento industriale, è ancora assai lontano dalle sue larghe possibilità. La Bessarabia è la regione più povera di foreste di tutta la Romania e manca delle ricchezze minerali e quindi è una delle zone meno sviluppate della Romania. Discreta importanza ha invece lo sviluppo della pesca litoranea, specialmente quella che ha luogo lungo il Nistro dalla quale hanno vita interi villaggi.
La più evidente ragione del ritardato sviluppo economico è la deficienza delle vie di comunicazione. La rete ferroviaria non corrisponde alle esigenze del paese in quanto è costruita in funzione delle esigenze ferroviarie russo-ucraine. Tracciati e materiali rotabili rendono i trasporti lenti e antieconomici. Nel periodo compreso tra le due guerre i viaggi si compiono ancora per la massima parte per mezzo del tradizionale carro a due ruote trainato da buoi e la navigazione sul Nistro diventato luogo di frontiera tra la Romania e la Russia è sospesa.
La prima guerra mondiale produce numerosi cambiamenti in Basarabia. Numerosi romeni della Basarabia fanno parte delle truppe russe inviate in Moldova e inoltre nel periodo compreso tra il 16 -18 romeni provenienti da tutte le province si rifugiano in Basarabia. Dopo lo scoppio della rivoluzione russa si pubblicano nuovi fogli nazionalisti. L'ultimo risultato, sebbene l'Ucraina tenta di impedire il distacco della Basarabia è la proclamazione del dicembre 1917 della REPUBBLICA MOLDOVA. Due autorevoli rappresentanti della etnia romena ne sono a capo : Inculet è il Presidente e Ciugureanu il Primo Ministro.
Il vero scopo delle nuova dirigenza è in realta l'UNIREA (Unità ovviamente con la Romania) e il 24 gennaio 1918 viene decisa l'Unione con la Romania accettata dal sovrano romeno Re Ferdinando e Onisifor Ghibu, a cui oggi è dedicata la biblioteca civica della Capitale moldava, è il primo sindaco romeno di Chisinau. La riunione è riconosciuta dai francesi e dagli inglesi nel febbraio del 1919, mentre l'Italia e il Giappone prendono tempo. Benito Mussolini, nonostante le proteste del Governo sovietico, decide nel 1927 di riconoscere la Riunione anche perché il regime fascista attua una politica di amicizia nei confronti del popolo romeno a cui si sente legato dalla comune origine romana. Testimonianza di questa comunità spirituale italo-romena è la statua della lupa di Chisinau ove sono incise le parole di Eminescu :" De la Roma venim, din Dacia Traiana" (19), del resto queste testimonianze di romanità sono molto diffuse in Romania a Cluj-Napoca ciittà liberata dai magiari nel 1918 si trova una lupa donata dall'Italia recante l'iscrizione nella nostra lingua :" A Cluj Roma Madre"
Le difficoltà determinate dalla riunione dei territori di oltrePrut alla Romania, impongono a questa uno sforzo finanziario superiore ai suoi mezzi. La similarità della produzione con la parte romena della Moldova e la mancanza di assorbimento della produzione agricola determinano un ristagno e una crisi economica acuta. I problemi dell'istruzione sono molto gravi per il Governo di Bucuresti, visto che il regime zarista ha quasi completamente trascurato la scolarizzazione. Il maggiore fardello della popolazione basarabica è rappresentato dalla mancanza di un credito agrario che vanifica la riforma Averescu e dal fallimento della politica liberista che finisce per trasformare i coltivatori diretti romeni prima in debitori e in seguito in braccianti i quali vivono in miseria, e di questa situazione si avvantaggiano i potentati economici stranieri che ottengono la piena cittadinanza con la Costituzione romena del 1923 criticata dal poeta nazionale Mihai Eminescu e dal fondatore della Guardia di ferro Cornelio Zelea Codreanu. Il problema sociale, anche dopo"la fausta riunione" si identifica, quindi con il problema nazionale e La Guardia di ferro fondata dal moldavo Codreanu, movimento affine al fascismo italiano è caratterizzato da una forte impronta solidaristica (20) strutturato in Cuib (21) e organizzatore di numerose iniziative sociali a carattere cooperativo, nativo di Husi oggi l'ultima città romena prima di entrare in Repubblica Moldova assume la guida della protesta popolare (22).
La politica del Re di Romania Carlo II si rivela fallimentare sia dal punto vista sociale che nazionale. Il 23 agosto 1939 viene firmato il patto Ribentropp-Molotov che nei protocolli segreti prevede l'annessione della Basarabia alla URSS. Il 4 luglio 1940 avviene la dolorosa cessione della Basarabia all'Unione Sovietica e nello stesso periodo la Romania perde la Bucovina del Nord, la Dobrogia del Sud e la Transilvania settentrionale. Queste circostanze portano all'abdicazione del sovrano sostituito dal figlio Michele il 6 settembre 1940. Viene quindi formato un governo del maresciallo Antonescu con la partecipazione delle guardie di ferro guidate dal luogotenente di Codreanu, assassinato da sicari governativi, Horia Sima, però nel 1941 le guardie di ferro vengono espulse dal Governo e perseguitate a causa delle posizioni sociali anticapitalistiche non condivise dai conservatori e ha inizio una dittatura militare.
Le truppe tedesche controllano la Romania nell'ottobre del 1940 e il Governo Antonescu entra in guerra a fianco dell'asse e partecipa alla guerra di Russia riuscendo a riconquistare la Basarabia. Il 22 agosto 1944 le truppe sovietiche passano il confine romeno e il giorno successivo viene firmato l'armistizio con l'Unione Sovietica che sancisce nuovamente la perdita della Basarabia, nonostante la guardia di ferro continui la lotta armata sui Carpazi per alcuni anni dando vita alla formazione paramilitare dei" mantelli neri". Nasce la Repubblica Federativa Socialista Sovietica di Moldavia, formalmente indipendente, di fatto annessa alla URSS. Molti romeni fuggono oltre Prut e altrettanti vengono uccisi e avviati in prigione, deportati in Siberia e rinchiusi in" campi di rieducazione". I monasteri moldavi, unici al mondo per essere dipinti anche all'esterno presenti nel territorio moldavo su entrambe le sponde del Prut, furono chiusi e trasformati in opifici o in depositi di armi come Kapriana sito Unesco non lontano da Chisinau, i monaci furono internati in gulag. La chiesa greco-cattolica(23) viene sciolta e i fedeli obbligati a passare alla chiesa greco ortodossa di rito russo e la metropolita di Basarabia viene sciolta e distaccata dalla chiesa di rito romeno per essere aggregata alla chiesa russa. Lo scopo di questi provvedimenti è in primis quello distruggere ogni traccia del sentimento nazionale romeno. Il russo diviene lingua ufficiale della sedicente Repubblica Federativa Socialista Sovietica Moldova, ma nei villaggi si continua a parlare in lingua romena. Le autorità sovietiche per cercare di russificare anche i villagi romeni inventano un ibrido il moldavo ovvero una lingua simile al romeno però con i caratteri cirillici. Naturalmente questa lingua non ha successo. Gli studenti universitari sono obbligati a studiare in Russia, tutti i documenti ufficiali sono redatti in russo e inizia una damnatio memoriae nei confronti dei veterani di guerra che avevano combattuto per la Romania. I reduci sono costretti a nascondere o addirittura a disfarsi delle decorazioni al valor militare ottenute dal Regno di Romania; una analoga sorte colpisce coloro i quali hanno riparato in Romania, tra cui il professore Octavian Ghibu figlio del primo sindaco di Chisinau libera che rivede la Basarabia solo nel 1991, considerati dal governo filosovietico di Bucuresti come nazionalisti antisocialisti e per questo, anche se evitano i gulag, perseguitati e talvolta vengono internati nel famigerato campo di Pitesti (24)," quod barbari non fecerunt, fecerunt Barberini". Nonostante, il presidente Ceausescu incoraggia il nazionalismo romeno in modo particolare nei confronti della minoranza magiara in Transilvania e nel Banato per lungo tempo parlare in Romania della Basarabia è un tabù. L'unica eccezione è il coraggioso poeta Paunescu originario di OltrePrut, oggi deputato del partito della Grande Romania PRM, formazione di sinistra nazionalista, che coraggiosamente viola la consegna del silenzio. Il malgoverno sovietico si può vedere nella istruzione e nella politica industriale. La popolazione urbana costituisce nelle ex repubbliche sovietiche il 61-70% degli abitanti, mentre in Moldova ammonta al 39%. La condizione dell'agricoltura che rappresenta una ricchezza inestimabile della Basarabia è carente come nel resto della ex Unione Sovietica. I moldavi registrano una delle più basse percentuali di studenti della ex Unione Sovietica e la più bassa percentuale di persone con istruzione superiore di tutte le nazioni europee sovietiche aventi una propria repubblica. Inoltre le industrie sono in gran parte legate alla produzione bellica, e in ogni caso dipendenti dal mercato sovietico, spesso,visto che i russi non si fidano, si limitano una sola parte del ciclo di produzione e dopo l'indipendenza il secondario scompare dalla Moldova.
La politica di snazionalizzazione, già perseguita dagli zar, continua e prende nuove vigore con lo stalinismo che deporta in Basarabia numerose nazionalità, come i georgiani, "rei" di avere combattuto con le potenze dell'asse con il duplice scopo di punire le nazionalità che in nome dell'Ordine Nuovo Europeo si sono ribellate al processo di russificazione e al comunismo e di introdurre elementi che pur non essendo di nazionalità russa non parlano romeno e quindi alterano l'equilibrio etnico della Basarabia. La sedicente Repubblica Federativa Socialista Sovietica Moldova ha rapporti culturali e economici con tutti i paesi del patto di Varsavia ad eccezione della Romania e il primo complesso musicale romeno può suonare in Basarabia, sotto l'occhiovigile del KGB, solo nel 1987. Il vino moldavo di pregiatissima qualità, che acquista anche la Regina Elisabetta d'Inghilterra, viene imbottigliato in Russia e venduto come vino russo. L'unico lato positivo dell'occupazione russa, sotto il profilo economico, e la facilità di reperire fonti di energia a buon mercato, soprattutto il gas di cui la Russia è ricca; anche se le infrastrutture energetiche sono pessime e quindi i servizi sono carenti.Almeno, a differenza delle altre regioni della Romania, grazie al gas russo In Basarabia è possibile fare una doccia calda senza problemi e il riscaldamento non è razionato.
Il Movimento Nazionale Romeno in Basarabia ha inizio nell'estate del 1988 nel clima della perestroika, con manifestazioni spontanee da parte della popolazione romena che avanza rivendicazioni di carattere democratico ben presto sostituite da principi nazionalisti. Nel maggio del 1989 viene fondato il Fronte popolare, composto da varie organizzazioni e che si prefigge,come afferma il suo capo Mircea Druc, alla costituzione di uno Stato indipendente, la Repubblica romena di Moldova.